Carmelina Rotundo - Viaggi in Europa e Poesie: Sardegna
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TEBAJUS
Questo groviglio di tempo disperso su nastri d'asfalto tra costruzioni in cemento che andava annodandosi
aggrovigliandosi sempre più costringendoci a vivere ritmi di stress ….
.…ma senza saperlo stiamo trovando il bandolo che ci avrebbe permesso di riavvolgere questo groviglio in un morbido

gomitolo di ore, di minuti:
Le nostre splendide giornate a Segariu.
Stiamo vivendo tra Furtei e Guasila, paesi delle sottoregioni Marmilla e Trexenta, due fertilissime zone confinanti con
la vasta pianura del Campidano. Qui si coltiva grano duro per la produzione anche di ottime paste alimentari, (quelle
che abbiamo il piacere di gustare: di Ettore Cellino, la
pasta Puddu di Oristano, del pastificio di Sestu, Mereu, i malloreddus sardus....); vengono inoltre coltivate
barbabietole, pomodori, uva per il vino bianco Nuragus e vino rosso Cannonau.
Ma che cosa mi stava succedendo?
(Che cosa dunque ti stava succedendo? Cardiopalma o affanno? Quali organi erano coinvolti? Accade anche ad
Artemisia ed a me pure. Effetti di stagione? Ne parleremo)*

Per un volo, in un volo “Meridiana”, eravamo giunti, per la prima volta nella nostra vita in quest'isola del Mediterraneo
per l'invito di un maestro: Giovanni Simbula.
La nostra meta, un paese del centro-sud della Sardegna, di cui le ricerche e le chiacchierate in terra di Toscana non
facevano sperare gran che… ma, ecco che i nostri rapporti col tempo cominciano a cambiare: ci troviamo immersi nei
pacati ritmi scanditi dalle campane della parrocchiale di San Giorgio.
Segariu vuol dire “diviso dal fiume (1) (segau de s'arriu): scopriremo infatti che il Riu Pau l'attraversa dividendolo in due.
In questo paese si trovano due cave di calcare che lavorano a pieno ritmo fornendo materiale per l'edilizia costruttiva
e per l'asfalto delle strade
Come paese laborioso si rivelerà di lì a poco, ricco di tante altre virtù: quella musicale, Segariu ben poteva vantarla
perché è qui che opera il più grande maestro dell'arte organaria di tutta l'isola, il maestro Giuseppe Palmas, il quale,
mettendo a frutto tutto ciò che è stato scritto in quel volume magico del F. bÉdos, riesce ancora oggi a restaurare
organi all'apparenza irrecuperabili e ne costruisce anche di nuovi, come quello in avanzata fase di realizzazione per
la Cattedrale intitolata a Santa Chiara di Iglesias
Vivono a Segariu altri musicisti: Maria Laura Mocci la quale mi avvicina alla conoscenza, per me straordinaria, delle
Launeddas, strumento antichissimo realizzato con tre canne di diversa lunghezza con una potenza espressiva
illimitata. La musica tramandata oralmente è suonata solo dai sardi…, suonatori eccezionali tra cui ho la fortuna di
ascoltare Sandro Frau, di San Vito.
L'amore per la vita e la musicalità è anche in Alessandro Frau, un segariese diplomatosi al Conservatorio di Cagliari e
facente parte del gruppo ArteEnsemble. Nel colore-calore della musica folk della Sardegna mi trovo più volte coinvolta
dalle Launeddas e dalle musiche, magistralmente eseguite, dal complesso Cordas et Cannas.
Musicalità e bellezza di costumi, ritmi di balli, del gruppo folkloristico e culturale San Giorgio Martire di Segariu. Cose
che arrivano al cuore, lo solcano con l'aratro rendendolo fertile alla nascita di amore, per questo paese, per la sua
gente così vera, spontanea, con la quale mi trovo a contatto nei negozi, al mercato che vive come luogo non
caratterizzato dall'ansia della vendita, ma molto piacevole e soprattutto conosco le persone segariesi durante l'ora di
“friscura” quando, dopo cena, tutti del vicinato si riuniscono a chiacchierare: Ester, Edvige, Tiziana, Simona, Pasquale,
Rita, Antonina, Bonaria …e frequentando il corso di pittura su vetro al centro di aggregazione sociale nell'ampia via
Dante conosciamo anche la gentilezza di Paolo Ardau che gestisce il bar di Via Municipio - Veronica, Vitalia, Ester,
Monica, Andrea, Matteo, Luca, Alessandro, Giacomo, gli amici di Sara e Nadia.
Luigi, “l'ingegnere” ha davvero le mani d'oro, sapendo realizzare con le canne in miniatura ogni monumento o casa
del paese e non poteva mancare di aprire la fortunata serie, la chiesa di “Sant'Antoni de Padua”, il santo più venerato
dai segariesi, e Dina, la moglie, come è brava e laboriosa.
Il parroco, don Meloni, il diacono Antonio, lo stesso Sindaco prof. Bruno Silenu sono persone alla mano ed con il loro
saggio operare sono ben visti da tutti i segariesi, 1358 per l'esattezza.
A Segariu conosco Lulù canina dagli occhi lucenti come stelle che mi fa capire quanto un animale possa essere
buono, fedele, paziente, ed, accarezzandola, quanta gioia piove nel cuore..
Come mi hanno fatto impazzire i profumi di piante di salvia, di basilico di rosmarino di mirto, di timo, di menta, l'odore
degli alberi di fico e rivedere gli spinosi fichi d'india, ambedue così cari alla mia infanzia e giovinezza dei felici giorni
trascorsi con nonno Cesare a Magisano (provincia di Catanzaro), ho passato ore piacevoli sotto il pergolato
divertendomi tra le geometrie dei pampini e dei grappoli, scoprendo nidi di uccellini.
Dalla terra, e strettamente legata ad essa, l'attività produttiva più singolare e importante di tutta Segariu: la
produzione di tegole, tutte fatte a mano, seguendo una antica tradizione dei nonni, dei genitori, un'arte nobile questa
dei tebajus (parola che in sardo vuol dire “costruttori di tegole”) che i giovani desiderano riportare in auge.
Da tutta la Sardegna venivano ad approvvigionarsi delle tegole fatte a Segariu e c'erano anche i carraioli
(carrettoneris) che, muniti di carretto e cavallo, andavano in giro a venderle.
Se si guardano i tetti del paese, si può notare come queste tegole siano coperte da muschi e licheni. A me piace
chiamarle “palpitanti di vita” e scoprire la loro storia.
Dalla terra argillosa acqua e paglia fine, impastate con i piedi, alla messa dell'impasto nel “sestu”, al taglio con “sa
seda”, al trasferimento sulle forme di legno, alla poggiatura (un tempo fatta dalle donne e dai ragazzi) all'asciugatura
al sole, alla cottura nel forno a 800-850 gradi: arte antica che ha il pregio di avvicinare l'uomo alla terra, la terra
all'uomo con un rapporto di equilibrio biologico dove ritrovare energie ed aprirsi a nuove prospettive.
Di Segariu mi stavo innamorando, indissolubilmente innamorando, e allora avrei desiderato per una notte intera
ascoltare il suono delle launeddas ed il giorno diventata tebaju passarlo a fare tegole per poi dipingerle con tutte
quelle emozioni che nascono nel cuore ed, una volta diventata tetto, al cielo raccontarle al vento perché le porti a tutte
le genti di Sardegna, (“orma di sandalo” Sandalion) che ti avevo conosciuta colorata d'oro nei tuoi campi di stoppie.
Di Segariu ed ancora di Ortacesus dove c'è l'allevamento di struzzi, di Sanluri con il suo mercato colorato, profumato,
del mare di Funtanatza, della “Sardegna in miniatura” dove divertendosi si impara a conoscere quest'isola. Vicino si
può ammirare anche la maestosa fortezza nuragica “Su Nuraxi” di Barumini l'esempio più importante di civiltà
nuragica in Sardegna, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco e “Sa Jara” con le sue meraviglie naturali,
boschi di leccio, roverelle e sughera dove vivono i cavallini, “fossili” viventi unici al mondo importati nell'isola dai
Fenici. Cagliari con la torre dell'elefante, il santuario di N.S. di Bonaria … …Rachele ed Antonio mi avevano donato un
dolcetto sardo, un ”suspiru”, io che ero partita chiudendo gli occhi per non far vedere le lacrime.
Sardegna amata, gente di Segariu, musica di launeddas, tegole, Lulù amatissima, quanto mi mancherete… un “suspiru”
regalatemi ancora, un tempo da vivere a Segariu.
Carmelina a tutti i segariesi a Lulù per l'amore l'indissolubile amore.
L'indimenticabile amore che in me era nato,
nemmeno la serenissima Venezia, città che sempre mi aveva incantata meravigliosamente poteva competere con
questo fluire di sentimenti di emozioni.
Camelina Rotundo
Su mesi 'e axrobas e de Austu 2003
*( “ era una nota del poema eterno ciò ch'io sentivo ! )
( Giosuè Carducci nel “Canto dell'amore”)

PECCATI DI GOLA IN SARDEGNA

Risponderò a una serie di domande ; E' la gola un peccato, oppure un fatto necessario ?




(1) Sicuramente il significato più evidente e immediato (perlomeno per chi conosce la lingua sarda) è quello riportato. Tuttavia, gli studi di
toponomastica suggeriscono la seguente etmologia: Segariu dal latino sacarius = vestito di saio (abito degli antichi pastori)
F. BÉDOS DE CELLES, L'art du facteur d'orgue, 3 Voll., Parigi, 1766-78 (ediz. in facs.: Kassel 1934-36 e 1963)