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SANTINI

Con fede per fede
Ovvero
SANTINI, CHE PASSIONE!
di Carmelina Rotundo

Quante storie di fede, quante storie di vita, quanta parte della storia del cattolicesimo, del folklore è passata e continua a passare sull'immaginetta sacra che nasce nel quindicesimo secolo con l'invenzione della stampa, quando le xilografie che impreziosivano i primi incunaboli religiosi erano vendute anche separatamente!

Breve storia
. Dal 1500 alcuni tipografi iniziano a cimentarsi nella produzione specifica di santini incisi su pergamena o su carta per opera di valenti intagliatori come Gallé, i Wierix, i Saideleder e proseguì poi nel 1600.

Nel settecento continuerà l'interesse per questi oggetti prodotti in Italia in modo speciale da rinomati tipografi, quali i Remondini di Bassano del Grappa e Soliani di Modena: Sarà in questo periodo che nei monasteri si producono i cosiddetti canivets, dalla parola francese canif (coltellino) con il quale specie le carmelitane pazientemente intagliavano le cornici che completavano e arricchivano i santini fino ad arrivare all'ottocento, periodo in cui il santino trova la più vasta diffusione e in Francia si sviluppa la tipologia dei canivets mécaniques, santini detti “trinati” per la ricchezza e complicata varietà delle cornici realizzate con la pressa e il punzone e disposte intorno all'immagine siderografica centrale.

Se potessero parlare, i santini racconterebbero storie infinite di quando, tenuti fra le mani, invochiamo una grazia; dei giorni in cui abbiamo affidato la nostra anima orante perché trovasse sollievo tra le spine e le tempeste della vita o di noi esseri umani che avendo ricevuto una grazia leviamo alto il nostro ringraziamento tra profumi di fiori ed arcobaleni più luminosi.

Piccoli pezzetti di carta, di stoffa di sottili lamine metalliche in India esistono dei santini dipinti su grandi foglie di piante acquatiche; pezzi unici (ve ne sono anche in carta di Fabriano) traforati, ricamati, pluridimensionali, una parte di storia che sembrava destinata ad essere sempre più raro vedere, poter ammirare e che l'A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Collezionisti Immagini Sacre) sta portando alla luce.

“ I santini sono stati la prima forma di pubblicità al mondo, ma oggi, stranamente, sono in regresso”
Chi fa questa osservazione è proprio lui il fondatore dell'A.I.C.I.S., il signor Gennaro Angiolino.

“Nel 1983 realizzai una mostra per il Circolo San Pietro a Roma; doveva durare otto giorni ma si protrasse per due mesi e mezzo, perché ogni volta che veniva il momento di chiuderla, giungevano persone che volevano vedere e partecipare.“

L'interesse suscitato il successo tributato dai visitatori convincono Gennaro che è arrivato il tempo di fondare questa Associazione Italiana Collezionisti Immagini Sacre con sede centrale a Roma in Piazza Campitelli 9 (00186 Roma, telefono 06/ 8086497).

Sono otto gli ardimentosi, i primi ad iscriversi ed oggi sono più di 400 soci ed in ogni parte del mondo.

“Si può creare un identikit del collezionista di santini ?”

“ No,
risponde il sig. Gennaro abbiamo, infatti, soci di ogni estrazione sociale”.
Mentre parla dei santini, Gennaro Angiolino si illumina nel volto e con ogni sua parola e gesto comunica entusiasmo e tutta la gioia che ha reso possibile fondare e portare avanti coraggiosamente questa associazione.
La vita di Angiolino, si avverte è dedicata al santino con fede; per lui come per i soci, il valore dell'immaginetta sacra è nella vita intima.nel messaggio che il santino porta con sè di mano in mano, di preghiera in preghiera.
“ Noi consideriamo che le immaginette sono pervenute sino a noi perché chi le ha possedute le conservava per fede e, tenendo conto di ciò, in occasione di ogni mostra, facciamo dire una santa messa per tutte quelle persone che hanno posseduto il santino”.

Con fede, per fede, si sono conservate queste immagini sacre che erano usate anche come segnalibri nei messalini o libri di devozione.
Anche la vita di tutta l'Associazione è improntata su questi nobili principi di rispetto per questo periodicamente nella sede di Roma sono organizzate mostre presentate dal socio collezionista ed cui segue la comunicazione del Presidente; notizie, tecniche, avvisi, ed un libero scambio, durante il quale ogni socio mette sul tavolo i suoi “doppi” che sono raccolti da chi ne ha bisogno.
E' inoltre inviata una circolare ai soci ogni mese, in cui sono pubblicate comunicazione di mostre, inventari, le rubriche di ricerca, con qualche santino offerto in dono



“ Signor Gennaro, come è nata in Lei questa che mi convince sempre di più essere una devozione ?”
  1. “Da bambino raccoglievo e mettevo da parte i santini che ricevevo in dono dalle Suore dove andavo a
  2. scuola: le suore dell'Ordine di Francesca Saveria Cabrini ( oggi proclamata santa) li tenevo ammucchiati,
  3. ma ogni volta che qualche problema di salute mi costringeva a casa, coglievo l'occasione per riordinarli.

“I primi santini ?” - “ I primi santini degli anni '30 e '40 erano in bianco e nero alcuni con l'orlo tutto in oro.”-
_” Tra i santini più rari ?- -“ In occasione della prima comunione, il Cardinale Pacelli, futuro Papa Pio XII mi regalò
un santino di marmo rosa con una miniatura della Madonna, in azzurro da tenere sul comodino “
Due di essi sono di pergamena del '600 dipinti da pittori della scuola fiamminga.

E dei santini di plastica? Sono nati nel 1998 e sono in sostanza indistruttibili, sono pratici da portare nel portafoglio e distribuibili mediante macchine distributrici introducendo monete, un sistema assai comodo per luoghi privi di sacrestano.
Li produce un socio dell' “AICIS”, direttore della SATEC: Ne ha già prodotti circa 8oo diversi,
Le usiamo anche come tessera sociale.

Anche noi abbiamo, in sede una macchinetta già predisposta in Euro da cui si possono acquistare santini.
-Abbiamo piacevolmente parlato del passato, per il presente e per il futuro?
L'Associazione ha partecipato fra l'altro per la prima volta con una mostra straordinaria di Alessandro Martini.
“ IMAGO SANCTITATIS!”- cinquecento santini datati XVI - XIX secolo alla “ Mostra Mercato libro antico “
a Palazzo Corsini a Firenze, sotto l'egida della Mostra Mercato Internazionale dell'Antiquariato

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Variazioni sul tema

Il Santino nella popolarità.

Nell'elenco degli italiani abbonati al telefono si trovano
Abbonati di cognome Santi num. 8871
Abbonati di cognome Santini num. 9040.
Il popolo di ogni secolo idealizza dei santi che non esistono, mutandone il nome.

A Venezia: i santi Zanipolo, Trovaso, Marcuola, al posto di coppie di santi, come
Giovanni e Paolo – Gervasio e Protasio – ecc.
In Liguria: San Remo, riferito ad un “Sant'eremo “
In Toscana. Santa Trìnita, San Gersolè, San Gusmè.
In Austria: Santa Klaus ( variazione di Nicolaus)


Il Santino nelle caricature
Durante la guerra 1914-1918 – la stampa umoristica attribuiva al bigottismo degli austriaci il culto di SanGuinario e quello di Sanguisuga,
Quest'ultimo da altri è riferito a qualche esoso ministro delle finanze.
In botanica abbiamo il Sambuco, il Sandalo e la Sanguinella.
In farmacia si trova la Santonina.
In geografia si incontra l'isola vulcanica ( nell'arcipelago delle Cicladi) Santorino.

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Mostre natalizie curate personalmente dal Presidente sono fatte anche al Circolo filatelico di Spotorno (Savona), a Roma nella chiesa della ” confraternita Orazione e morte “in Roma via Giulia, tra i concorsi quello Nazionale per dipingere santini di santi come Ada, Flavio, Flaminia, Laura, Priscilla ed altri di cui si sono perse le immagini bandite con l'Unione Cattolica Artisti Italiani, UCAI, (1988) a cui hanno aderito sedici artisti e i cui bozzetti sono stati tutti stampati.

Ogni anno, tra Luglio e Agosto, si tiene a cura dell' AICIS da dodici anni una mostra di immaginette su argomento diverso nella villa comunale di Roseto degli Abruzzi: Anni addietro fu dall'ARCIS riprodotta una serie di 262 di tutti
i papi.

A tutti l'invito a riscoprire la delicatezza di sentimento del cuore