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L'intagliatore Giovanni Duprč e l'Abele morente
LA VISITA GUIDATA
di Piazza S. Simone e di via Isola delle Stinche
si conclude con un doveroso omaggio ad una LAPIDE.
A chi e perché venne dedicata?

“ la morte di Abele venne spontanea –
cercai uno studiolo per chiudermi dentro col modello e lo trovai nella piazzetta di
San Simone in faccia alla chiesa ..”

Così Giovanni Dupré nei “ pensieri sull'arte e ricordi autobiografici” tramanda la
scelta della sua opera più importante, statua e luogo dove materialmente la creò.

Un ricordo che non è solo storia di Firenze, ma patrimonio dell'arte nel mondo e a
lui, Giovanni Duprè è dedicata la lapide apposta proprio nel palazzo Lottini, abitazione
che ebbe l'onore di ospitare sì grande ingegno e sì grande opera.

QUI FU L' UMILE STANZA
OVE L'OSCURO INTAGLIATORE
GIOVANNI DUPRE'
CON LA INDOMITA FORZA DEL VOLERE
VINCENDO LE AVVERSITA' DELL'INDIGENZA
SOVVENUTO DI SCARSO IMPLORATO SUSSIDIO
POTE' COMPIERE NELLA CRETA
IL SUO PRIMO CAPOLAVORO
RIVELANDOSI GIA' DEGNO DI UN NOME
CHE DURERA' QUANTO IL MONDO LONTANO

E' il 1842 quando Giovanni Duprè, superando mille difficoltà anche economiche
modellò l 'Abele morente per “ sottoporre al giudizio del pubblico qualche saggio
di scultura all'Esposizione dell'Accademia di Belle Arti di Firenze.

L' Abele giunge come un fulmine a ciel sereno nel mondo degli artisti dell'epoca.
Giovanni Duprè non viene dall'Accademia.

E' un autodidatta; come può fare un capolavoro? ( Ironia della sorte : il Duprè insegnerà all' Accademia ! )
Il dibattito è talmente acceso che alcuni per denigrare l'operato del Dupré tentano
di insinuare che egli abbia formato sul modello vivo e non modellato la statua.

Diceria completamente infondata che divide in due gli artisti.
Molti però si schierano a sostegno della grandezza del Dupré, molti lo aiutano
ed un suo gran benefattore. il conte Del Benino invita il caro Sor Giovanni (come
lui confidenzialmente lo chiamava ) a realizzare una statua in piedi onde allontanare
qualsiasi dubbio sul suo valore e sulle sue reali capacità artistiche.

Anche con l'aiuto di Del Benino ( questo conte –narra Duprè – era un vecchietto di nobilissima ed antica famiglia, scapolo, abitante nel proprio palazzo di Borgo Ognissanti) trovato un nuovo studio in una Via Tedesca, oggi Via Nazionale, il Duprè progettò di scolpire il “ Caino “.

Giungono intanto le offerte per l' “Abele morente” e l'artista accetta quella di Lorenzo Mariotti. agente del governo russo il quale abitava in piazza Pitti ( Ottocento gli scudi dell'offerta ).

Mentre Giovanni Duprè è intento ad abbozzare nel marmo il Caino, caso vuole che la
granduchessa Maria di Russia,figlia dell'imperatore Nicola con il consorte principe di
Leuchtenberg, di passaggio a Firenze, venga attratta dalle voci sull'opera dell' artista.

La granduchessa ne rimane talmente colpita positivamente che decide di comperare l'”Abele”
per 1500 scudi e il “Caino” per 2000.

Attualmente l ' ” Abele morente”e il “ Caino” entrambi di eccezionale fattura sono esposti
all'Hermitage di S.Pietroburgo ( uno dei più grandi musei del mondo, insieme al Louvre
alla Nationam Gallery e agli Uffizi di Firenze).

A Firenze le copie in bronzo .Uniche opere che Dupré realizza con questo materiale
si trovano a Palazzo Pitti , nel Museo dell'Arte Moderna.

Una storia iniziata tra mille difficoltà questa dell'Abele e del Caino che conclusosi alla
grande testimonia quanto la realtà possa superare anche la fantasia.

Carmelina Rotundo