Viaggi in Europa di Carmelina Rotundo: Maremma
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maremma

………..MAREMMA

E' belli…ssimo
Luglio 1983


Passeggiata da Principina a Mare a Bocca d'Ombrone

Stiamo per lasciarci alle spalle file ordinate di ombrelloni. I loro colori arancione acceso con righe verdoni e gialle si stanno appena movendo al tocco di una impercettibile brezza e, avanti ci attrae la voglia di acqua, di sale, di sabbia e di un fiume: l'Ombrone.
Il sole caldo, alto ci spinge a camminare sulla battigia: piedi nell'acqua e poi, eccolo il primo tronco asciutto quasi bianco sulla sabbia.
La spiaggia dimentica qui la sua solitudine per coprirsi di un ripetersi di giochi di tronchi, di rami, alcuni più vicini all'acqua si allontanano dalle loro forme per assumerne altre: escavate, rugose.
Il mare calmo schiumeggia vicino a quei rami, lambisce la spiaggia, ritorna indietro, poi ancora avanti nel ripetersi eterno del gioco dell'onde ora particolarmente tranquille.
L'immersione nelle acque azzurre, le soste per foto e di nuovo il nostro camminare non veloce, ma costante. Laggiù, in fondo sembra una scogliera non si percepisce dove finirà e intanto sono passate due curve di spiaggia; tronchi isolati altri messi insieme a formare capanne dove l'azzurro del cielo gioca a farsi vedere. Quella che sembrava una scogliera è vicina, si distingue, è un tronco emergente dalle acque: esile, ma di deciso colore scuro accoglie file di gabbiani che si posano nuovamente. Sulla pelle: sale, le frequenti immersioni ci permettono di continuare più
speditamente il viaggio: il mare, la sabbia, i tronchi persino foglie ormai secche ancora sui rami e dietro, arieggiano arbusti a protezione delle grandi pinete; un giglio di mare nato da tempo ci guarda passare.
Le acque azzurre ora stanno per lasciare il posto ad acque bianche, più bianche; sotto i piedi affondano su banchi di creta; le acque azzurre, poi bianche stanno per incontrare il fiume.
Distesa verde di acqua l'Ombrone si consegna qui al mare, una barca sta costeggiando, lentamente i verdi argini.
Sulla sabbia sdraiati ai confini del fiume e del mare volgiamo lo sguardo al cielo dove gabbiani si stanno allontanando; una libellula dalle ali trasparenti ci volteggia intorno.
Un respiro non può accogliere insieme tanta natura e il silenzio grande ci permette di odorare e percepire il rumore delle acque: tra i pini lontano un cavallo. Il cavallo si avvicina alla spiaggia, supera i tronchi, si allontana lungo gli argini del fiume. Un respiro grande e di nuovo: spalle al fiume riprendiamo il cammino del ritorno.
Onde più grandi increspano il mare che questa volta ci segue più rumoroso; continuano ancora i giochi dei tronchi.
Seduta su di un ramo vicina alle acque guardo l'azzurro e mentre respiro mi batte sui piedi una paletta azzurra, persa chissà, da un bimbo e riportata dal mare ora per gioco. Granelli di sabbia, la stanchezza si fa sentire e un sole alto ancora più alto.
Al ritorno ci accolgono le sdraio arancione acceso con righe verdoni e gialle che avevamo lasciato sotto ombrelloni, ora mossi da un vento più forte.


Carmelina Rotundo


Luglio 1983 Q u e s t a M a r e m m a

Da punta Ala
a Talamone, con toccata
all'interno; Scansano.

L'attrazione verso questa terra affondava le radici molto profondamente: le origini della mia stessa vita
prendevano alito da qui.
Ma quale Maremma? Dopo tanto tempo il mistero, il sogno della terra Maremma si confrontava con la
realtà e le tappe ne furono prove e verifiche.
Punta Ala: il suo protendersi verso le acque con quell'ala di terra il porto ordinato: motoscafi, grandi barche,
pescherecci e velieri ne offrivano l'immagine di zona turistica molto su, persino le scale d'accesso al mare non riusciva-
no a mimetizzare l'eleganza dei numerosi negozi, degli ombrelloni dal richiamo spagnolo, dei tavoli dei ristoranti: un
pizzico di avventura veniva da un angolo di mare dove, vicino alla riva, emergeva quella minuscola isola dello Sparvie-
ro. Scendendo la costa, la Baia le Rocchette, la roccia rossa ben distinta e il sole, poco poco che cala, ne cancella i con-
torni. Il silenzioso rumore del mare e una lampara si muove; l'uomo in tuta si immerge sotto le acque vicino agli scogli, la luce, prima ben chiara ora gioca sotto le acque a creare chiazze più luminose che si spostano lente..
Lontano luci più piccole, una accanto all'altra, si estendono a Castiglione; l'onda lunga richiama il rumore del mare
La notte lascia la luna alla baia mentre noi arriviamo a Castiglione della Pescaia. Le sue salite coperte di verde e ai lati
casette antiche da piccoli balconi ornati a geranio: un ripetersi di arcate cantine trasformaste in ristoranti..
Giù in basso il movimento turistico, sul molo quell'odore forte di acqua e le voci di donne e venditori di pesce al mer-
cato; tra scogli camminano granchi e in alto domina tutto il borgo e il porto il grande castello.
L'odore di pini ci rincorre per chilometri di costa e i riflessi sulla fiumara ci fermano a Marina; il ristorante quasi baracca tra sabbia e pineta: cacciucco e mezza fegati con il bianco di Pitigliano.
Poi dalla spiaggia pianeggiante gli scogli di Talamone, la storia di Garibaldi vi pulsa forte; più forte; la piazza a lui dedicata, la grotta dove si dice che l'eroe dei due mondi nascondesse le sue armi e, percorrendo via dei Mille.lassù la torre,
Dall'alto di essa, senti il maestrale e godi la vista di un azzurro di mare e di cielo toccato da gabbiani e rondoni e, oltre il respiro del mare, macchie ricoperte dalla folta vegetazione mediterranea; sentieri a grandi,larghi ciottoli ti portano ad alture e a viste aperte di nuovo, di mare.
Dalle coste all'interno. Una campagna ampia profumata, mai completamente piatta: qualche albero si innalza sempre
qua e là case coloniche, gruppi di pecore al pascolo mucche dalle chiazze bianche e nere; quell'enorme ripetersi di
campi di girasoli dal capo giallo diretto verso la luce; steccionate e nascosto dal verde qualche cavallo. A Scansano
la torre dell'orologio e oltre, l'arco di pietra, un mondo passato o presente
Un merlo nero in gabbia ti dà il benvenuto accanto alla trattoria Grotta d'Azzurro, e poi per le vie del paese il silenzio a la pace si incontrano: strade piccole fatte per i passi dell'uomo senza automobile, tra una casetta e l'altra scorci di
tegole contro celesti di cieli; sulle soglie siedono ancora le nonne, raccolti i capelli sulla nuca a fare la calza, oppure sedute guardano calme l'intorno ; loro lo sanno che vivere è anche posarsi a respirare i cieli e la terra .


CARMELINA

AL PORTO (Talamone, Luglio 1983)
Il mare grande
azzurro appena increspato,
dietro il verde
chiaro, piu' scuro
e poi scalature di cielo


A TALAMONE
Azzurro
In alto
luce d'azzurro
lontano
nebbia d'azzurro
in basso
specchio d 'azzurro.        


TALAMONE
Un piccolo pugno
di case
un forte vento maestrale
abbracciato da un grande
azzurro


BAIA LE ROCCHETTE
La sabbia ha perso il
calore del sole
una luna, una stella
una rupe.
Onda lunga che
muove l'azzurro.


SULLA TORRE (a Talamone)
Volano grandi
alte profonde maree.
Lo spazio abbracciato dagli occhi
diventa più grande
la Torre più in alto
Il maestrale scompiglia
i capelli.
Gli azzurri dicono che non
hanno limiti.

AL CHIARO DI LUNA
( Baia, le Rocchette Luglio 1983)

Sentilo ha una
voce di sirene,
è il mare
Aspiralo ha un
profumo di alghe,
è il vento
Lontano azzurri
più scuri
al confine cieli
più chiari.

BAIA LE ROCCHETTE - Luglio 1983
La sabbia ha perso il
calore del sole
una luna,una stella
una rupe.
Onda lunga che
muove l'azzurro.

A CASTIGLIONE DI PESCAIA ( Luglio 1983)
Rondoni aprono
ali
il cielo, le grandi migrazioni
i mari da superare.
Rondoni aprono
ali
i limiti del mio pensiero
le vette dei miei desideri
Rondoni aprono ali
oltre..

C A R M E L I N A





MARMAREMJMA

LE CORSE DEI COLORI DEI FIORI
sulle mura a Grosseto
Luglio 1983

Gialli, rossi,viola
le alte palme
i grandi profumi dei fiori
Il sole che gioca a nascondino
dietro fronde di alberi che
dolcemente si muovono
al vento
Il vento, il cielo la ghiaia
panchine di pietra, due piccioni sul
palo della luce guardano in alto.
Una cassettina di pietra col tetto
a capanna e i tavolini verde chiaro
disseminati
tra il prato
giallo verde bianco di granite



A GROSSETO
( convent
o di S. Francesco)
Una palma
contro il cemento
per terra ancora
mucchi di foglie
piccole, gialle e
dietro, la chiesa
del Santo Francesco.
Una visione metallica
di automobili in
sosta, tante
se le foglie potessero
dire



CONVENTO DI SAN FRANCESCO ( a Grosseto, Luglio 1983)
La calma
sporgenze di tetti
comignoli rossi
finestrelle piccole,
Un cinguettio frequente
gerani.
Il chiostro è al centro
il pozzo senese della “Bufala
La calma
un selciato grigio
piccoli mattoni rossi
un fraticello raccoglie
dei fiori.
Il Chiostro e fuori,
la piazza che pulsa
a battiti metallici di una, sessanta
automobili in sosta

SULLE MURA
LA VITA
( a Grosseto, Luglio 1983)

Una coppia: l'affetto
3 vecchi: la calma
Uno studente: la voglia di conoscere
una mamma: l'amore
un bambino la gioia di vivere
e la terra
che profuma
di fiori.

ANGELO BIONDO
Dipingo tra le dita
le chiome più bionde
l' azzurro di una maglietta
più chiara
i suoi occhi di festa.
D'estate si sa
che gli angeli biondi
scendono sempre
a giocare coi bimbi
Carmelina.


QUESTA TERRA ( Luglio 1983)
Questa terra
porto di vento
e di mare
distese di girasoli
e di pini
approdo di gabbiani
e di rondini..

Questa terra
sede di torri
e di castelli
regno di cinghiali
e di cavalli
bellezze di parchi
e di paludi

Questa Maremma
di odori
e di sapori
di colori
e di sudori
nacque con cuore.


SCHERZI DI VENTO
Si muove ondeggiando
le foglie scomposte
Si ferma un momento
poi di nuovo scompone le foglie
Che fresco questo profumo di vento.


C a r m e l i n a